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Il Pastore Svizzero Bianco

Anche se ormai cominciano a vedersi abbastanza esemplari in giro, e la richiesta di cuccioli è decisamente aumentata negli ultimi tempi, ancora spesso andando a spasso con i miei Pastori Svizzeri, mi chiedono se “è puro”, o che incrocio è. Qualcuno chiede se è un Siberian Husky, qualcuno se è un Pastore Maremmano e specialmente da cuccioli, quando si riconoscono meno i tratti tipici delle razze, se per caso non sia un Golden Retriever. Però devo ammetterlo, ultimamente quando porto con me uno di loro, sento la gente che lo nomina parlando con i compagni di passeggiata, o che mi chiede conferma sulla razza.

Chi è in realtà il Pastore Svizzero?

Il Pastore Svizzero è in realtà il “cugino bianco” del Pastore Tedesco, o sarebbe meglio dire proprio il fratello? Doveroso quindi parlare un po della sua storia.

Per una versione più esaustiva vi rimando al sito del club ufficiale che lo tutela in Italia www.pastoresvizzerobiancoclubitalia.it, dove trovate la storia della razza divisa in due tempi, gli ultimi 30 anni e prima degli ultimi 30 anni. Riassumendo, invece, vediamo di raccontare in breve quale sia il cammino che ha portato lo svizzero ai giorni nostri.

Come tutti i “pastoristi” sapranno, il Colonello Max von Stephanitz, alla fine del 19° secolo ha realizzo quello che era il suo sogno, ovvero creare “il Pastore Tedesco”. Egli aveva in testa un’idea ben precisa di come avrebbe dovuto essere il suo cane ideale, degno di rappresentare la sua nazione, e partendo dai cani allora presenti nelle masserie tedesche, mise assieme quello che tutti oggi consociamo come Pastore Tedesco. Stephanitz, acquistò da Philax, società che stava già provando a realizzare lo stesso progetto, il cane che fu il capostipite del suo allevamento e della razza tanto amata da tutti; quello che tutti conosciamo come Horand von Grafrath e che in realtà prima si chiamava Hektor Linkshrein.

Bene, la storia del Pastore Tedesco poi la conosciamo, ma quello che forse non tutti sanno, è che il nonno materno di Horand, “Greif von Sparwasser”, nato nel 1879, era Bianco. E non fu l’unico cane bianco che contribuì alla creazione della razza ai suoi albori. Il manto bianco, è un tratto recessivo, di conseguenza, sebbene sin dagli albori non fu mai il preferito per il Pastore Tedesco, comunque tutt’ora ci sono ancora cani registrati come Pastore Tedesco, che portano tale gene, e se il caso fa incontrare due portatori, ancora nascono “Pastori Tedeschi bianchi”, sebbene non siano considerati in standard, come del resto accade con fegato e blue che non sono altrettanto accettati come colorazioni per il Pastore Tedesco e sono sempre tratti recessivi. E’ durante la seconda guerra mondiale, quando è in mano ai nazisti, che la SV, ovvero la società che come sappiamo tutela il Pastore Tedesco, decide che il bianco non è più desiderato. La scusa è che si notavano troppo in missioni notturne, ma è probabile che i motivi fossero anche altri, rimane il fatto che da li in poi i cuccioli bianchi vennero eliminati e i bianchi non più riprodotti. Nel tempo però la “versione bianca” fu tanto apprezzata da avere sostenitori che, non riuscendo a farli accettare come Pastori Tedeschi, optrono per farne un anuova razza.

Il pastore Svizzero come lo consociamo ora, è stato riconosciuto in via provvisoria solo nel 2002, e in via definitiva nel 2012. E, dal nome stesso della razza, è intuibile che siano stati gli Svizzeri a chiederne la paternità, sebbene in realtà alla fine, sempre di Pastore Tedesco parliamo.

Tornando ai giorni nostri, chi è il Pastore Svizzero? E perché è “bianco”? Beh, il perché, come già detto, è perché negli antenati c’era il gene, recessivo, che come tale può rimanere nascosto generazioni su generazioni finché un genitore portatore non ne incontra un altro portatore, e per questo motivo, non è così facile da “estirpare” dalla razza, sebbene indesiderato, tanto che come già detto tuttora nascono ancora dei Pastori Tedeschi bianchi da tedeschi “normali” Ma cosa fa di preciso questo gene? In realtà, il Pastore Svizzero è un “fulvo recessivo” , e non bianco. Lo stesso colore dei Labrador e Golden Retriever, ma con meno pigmento nel pelo, così poco da sembrare bianco ai nostri occhi, ma basta portarli sulle neve, e si vede che non lo è. Sulla neve, infatti, sembrano gialli, e alcuni soggetti sono anche un po biscottati, perché hanno più pigmento nel pelo, tanto da essere vistosamente gialli anche senza la neve! Ogni tanto mi chiedono se sono albini, non lo sono affatto quindi, e di fatti naso e mucose sono nere, o dovrebbero, e se non lo sono è considerato difetto, anche se non da squalifica, gli occhi devono essere scuri, e se poi hanno anche le unghie nere non è disprezzato, anzi!, sebbene in giudici non ci guardino nemmeno.

Adesso parliamo della morfologia.

Il Pastore Svizzero, come del resto il cugino a colori, può avere sia il pelo lungo che il pelo corto, o meglio, mezzo pelo, perché decisamente corto non è, e ha sempre un bel sottopelo folto. semplicemente le due varietà si possono accoppiare fra di loro al contrario dei pastori tedeschi. Il motivo per cui molti “ex-pastoristi”, sono passati al bianco, è anche la morfologia.

Sono di fatti rimasti più “vecchio tipo”, più simili ai Pastori Tedeschi che c’erano nel periodo in cui sono stati sbattuti fuori i bianchi, anche se chiaramente, anche loro, come la versione a colori, si sono un po’ evoluti, sono però più “normotipo”, senza teste pesanti ne angolature eccessive, e di conseguenza schiene curve, come nell’attuale Pastore Tedesco da show. Ma non è certo l’unico motivo per cui questi cani stanno riscuotendo sempre più successo man mano che la gente li incontra e li conosce.

Una delle sue caratteristiche forti è il carattere.

Sono pastori, e di conseguenza docili, attivi, disposti ad assecondare le nostre richieste, sono contenti di venire con noi, di partecipare alla nostra vita e alle nostre avventure, ma sanno anche starsene a poltrire in casa, se non possiamo portarli con noi, o se fuori piove e non si può andare a spasso. Questo al contrario di cani da lavoro che invece hanno bisogno di movimento e/o di fare qualcosa, di stare impegnati anche solo di testa, come ad esempio Jack Russel e Border Collie, che stanno imperversando come cani da compagnia gli ultimi anni, ma pur essendo cani potenzialmente capaci di dare molto sul piano sportivo/lavorativo, risultano spesso inadatti a famiglie normali. Un cane non andrebbe mai preso solo per l’estetica. Il Pastore Svizzero, è “più da famiglia” rispetto al Pastore Tedesco classico, sicuramente rispetto a quello da lavoro, e tendenzialmente è meno impegnativo da gestire. Meno impegnativo nel senso che se non si è dei maghi dell’addestramento, se si trascurano alcuni aspetti della sua educazione, se si fanno errori, sono cani che difficilmente ci mettono in discussione, danno problemi di “dominanza” o di aggressività. Male che vada non tornano al richiamo e tirano al guinzaglio, o magari rubano il cibo dalla tavola, ma difficilmente mettono a rischio l’incolumità e la serenità della famiglia. Sia chiaro, che vanno comunque educati, come tutti i cani, semplicemente, se non si educano sono meno problematici di altri cani “mal-educati”. Poi è ovvio che, non è assolutamente detto che maschi adulti possano diventare cani da lasciare allegramente liberi al parchetto a giocare con altri cani mentre noi facciamo “filò” con altri proprietari, son sempre pastori e son sempre maschi, le femmine è più difficile che siano rissose, ma anche loro potrebbero aver da ridire con altre femmine, tuttavia, non è assolutamente detto che ogni cane debba fare il cane da parchetto, una volta adulto. Lo si può comunque, senza tanto sforzo, educare a “farsi i fatti suoi”, e quindi sebbene non gradisca altri maschi conspecifici, se questi non diventano troppo invadenti, o non aggrediscono per primi, si può benissimo far finta che non ci siano.

Insomma a me chiedono cuccioli spesso proprio per questa caratteristica di essere dei Pastori Tedeschi ma più calmi, e anche perché a tanti il manto candido in effetti piace, lo trovano estremamente elegante. Certo non ultimo anche perché angoli esasperati di “ipertipi” odierni non a tutti piacciono, e come tanti allevatori di Pastore Svizzero, in passato, si sono convertiti dal colorato al bianco, anche il proprietario medio in una certa percentuale lo sta facendo.

Molti mi chiedono cani come questi proprio perché hanno bimbi piccoli, o la mamma che ha paura dei cani e cose simili. Ma allora, vanno bene da lavoro? E fanno la guardia? Del resto questo fa il Pastore Tedesco. Beh, la risposta è “NI”. Non avendo prova di lavoro FCI da superare come altri tipi di cani a lui affini, ed essendo una razza relativamente giovane o se vogliamo, ricostruita, ancora non c’è un selezione verso soggetti capaci di essere competitivi in campo. Questo non significa che non ve ne siano di capaci, ma che non abbiamo una omogeneità certa per cui se si prende un soggetto sarà un campione di lavoro. Alcuni eccellono, altri meno. Rimangono comunque sempre cani da pastore mediamente docili e interessati a quel che dice il padrone. Se non si aspira ai mondiali ma ci si vuole dilettare a far qualcosa col proprio cane vanno più che bene.

La guardia, anche qui, ci sono alcuni soggetti che se la cavano veramente bene in questo, ma non tutti. Di certo, se uno intende prendere “un cane da guardia” non è certo il Pastore Svizzero la scelta ideale. I miei poi, farebbero le feste! Certo come avviso acustico vanno bene, se arriva qualcuno si fanno sentire, ma bisogna vedere se stanno gridando “chi va là”, o semmai stanno dando il benvenuto al nuovo arrivato! Come una delle mie femmine che gioisce letteralmente all’arrivo di chiunque. Ma in fondo, la adoro anche per quello! Mediamente hanno anche meno tempra del Pastore Tedesco classico, quindi è FONDAMENTALE, e ci tengo a sottolinearlo, che i cuccioli siano socializzati, manipolati e vivano in un ambiente ricco di stimoli, per i primi 4 mesi almeno. Quindi l’allevatore deve essere bravo per i primi due mesi e dopo i due (in alcuni casi/regioni 3 mesi) il nuovo proprietario.

Recuperare carenze dovute a deprivazione in un cane forte è un conto, un cane con meno tempra potrebbe accusare di più l’insulto, e non adattarsi mai alla vita caotica di città o a vedere tanti altri umani, se non ne ha visti da cucciolo. Niente di preoccupante, niente di difficile, basta portarsi dietro il cucciolo il più possibile i primi tempi, o ritagliarsi almeno due o tre uscite settimanali al parco ed in città, per almeno i primi 6 mesi meglio un anno, e il gioco è fatto.

E la salute?

Beh, da buon Pastore Tedesco può soffrire delle stesse malattie. In primis, la classica e trasversale a molte razze, displasia dell’anca e del gomito. Ma non solo, importante è chiedere se i genitori sono stati testati per la Mielopatia Degenerativa, ovvero la “sla” dei cani. Malattia che colpisce molto anche il Pastore Tedesco (ma ahime non solo) e che finalmente si sta cominciando anche li a testare. Si chiede anche il test del MDR1 (multi drug reactivity), una sorta di intolleranza a certe sostanze che può essere pericolosa. Ovviamente non sono solo queste le patologie che possono colpire i nostri cani, ma sono quelle più testate in quanto evidentemente più presenti e problematiche. Ci sono centinaia di patologie che possono avere i cani, e testarle tutte su tutti i soggetti non è fattibile.

Vi esorto solo, nel caso foste interessati a acquistare uno di questi magnifici cani, ma è un discorso che vale per ogni razza, a non prendere il cane dal più vicino solo per comodità, o dal più economico per risparmiare, valutate sempre com’è l’allevatore e l’allevamento, come sono i cani presenti, vedete se ve li mostrano o se fanno storie, se non vogliono c’è sempre qualcosa che non torna.

Scegliete allevatori che VI facciano il terzo grado, e che vi vogliono conoscere, e non quelli che “basta pagare te lo do”, ne tanto meno quelli che ve li spediscono o vi vogliono assolutamente consegnare il cucciolo in giro da qualche parte. Chi tiene ai propri cani non li da a chiunque, ma vuol essere sicuro vadano a stare bene, vuol vedere come interagite con loro, ci tiene a conoscervi e farvi conoscere il suo branco, e se tiene ai propri cani, si spera ci metta più cura anche nell’allevarli e nel selezionarli per salute e carattere. E soprattutto, scoraggiamo chi li vede solo come un business e fa i soldi sulla loro pelle e spesso sulla sofferenza, di madri, di cuccioli, di famiglie e cani acquistati con futuri problemi di salute.

Scegliere un buon allevamento è sempre il primo passo verso una serena convivenza col vostro nuovo amico. Per chi fosse interessato alla lettura dello standard completo del Pastore Svizzero, vi rimando sempre al sito del club.

Il centro cinofilo il cane utile, ringrazia Daniela Artioli e il suo allevamento BAIULAND dal quale proviene il mio cane Shada (cherry lips), per questo articolo sul pastore svizzero bianco.

per ulteriori informazioni

www.baiuland.it – 328 6721902 Daniela